sabato 15 dicembre 2012

Gay, lesbica, donna, straniero, debole, diverso, contro natura, sbagliato


Donna, domina, padrona, mea domina, madonna; gay, checca, effeminato, lesbica, mascolina: rifuggiamo dagli stereotipi che si sono incrostati su di noi, in noi, contro di noi. Assurdo pensare come nel 2012 si debba ancora parlare di pari opportunità, di quote rosa, di femminicidi, di “contro natura” assurdo che si debba spendere parole per spingere e spronare al rispetto di qualcuno. Ma questo è quello che accade. Società maschilista, non solo, società machista, società del maschio di potere. Non parliamo di delitti passioanali o d’amore. Chi ammazza o usa violenza su una donna ha smesso d’amarla già da un pezzo e forse non l’ha mai davvero amata. Il problema è credere che chi amiamo ci appartenga. Chi amiamo appartiene a se stesso, in primis e al mondo, poi. L’amore non è tenere ma dare. Se chiudi il pugno la sabbia scivola via, se la sorreggi a palmo aperto potrai trattenerla un po’ più a lungo ma poi arriverà comunque il vento a prendersela perché la sabbia, noi, le persone, siamo del mondo. Non è sufficiente dire e ribadire che è dalla donna che parte tutto, la vita, l’amore, l’evoluzione se poi a questo pensiero non si associa l’abbandono del pensiero inveterato per il quale una “buona donna”, una brava madre è quella rappresentata dalla “brava massaia”, dire che prima, un tempo, quando la donna stava a casa e non avanzava pretese, in fondo, si stava meglio e che le famiglie oggi si sfasciano perché le donne non sanno stare più al loro posto. Abbiamo sbagliato già in apertura, già da quando abbiamo considerato Eva una costola di Adamo e quando abbiamo attribuito a lei il compimento del primo peccato. In fondo non è così diverso dal pensiero odierno: Eva tenta Adamo, la donna tenta l’uomo e lo porta alla violenza sessuale, psicologica, morale. Tu sei una mia costola dunque sei roba mia. Credo sia giunto il momento di spezzare questo plurimillenario susseguirsi di assurdità e tornare al momento in cui una venere, la venere di Willendorf, rappresentava l’essenza della vita. Bisogna mutare il linguaggio perché non può continuarsi a definire “fico” un puttaniere e “puttana” una donna che si comporta come il primo. Nessuno è migliore o peggiore di nessuno per il sesso, nessuno deve aver bisogno di quote rosa, nessuno deve sentire il bisogno di scrivere quello che io oggi ho scritto. E non è una questione di forza, di selezione naturale, di ruoli imposti dalla natura per equilibrare questo mondo. Non sempre è sufficiente una chiave da inserire in una serratura per aprire una porta. A volte la porta decide di resistere. Ed è lì che la chiave si spezza!


Per la sessualità il discorso non è molto diverso. In un Paese, in un'umanità dove si reputa colpa della donna e della sua eccessiva "avvenenza" la violenza sessuale, dove l'uomo, il maschio, sembra essere sempre giustificato o compreso se si lascia andare al testosterone perché si sa, "la carne è carne", non sembrerebbe strano dire, come pure sicuramente qualcuno avrà fatto o farà, che un ragazzo dall'atteggiamento effeminato, che si veste di rosa o si mette lo smalto, può dare fastidio e che, in fondo, un po' se l'è andati a cercare lo scherno e l'insulto. Ma mi chiedo: che fine hanno fatto l'amore e il rispetto per la vita, per l'essere umano e la sua identità? Cos'è che davvero turba la coscienza eterosessuale di un gay, di una lesbica, di un bisessuale, di un trans ma anche di un nero, di uno zingaro, di un romeno? Cosa spinge ad odiare e a voler ferire l'altro? Viviamo in una società, ripeto, non solo maschilista ma fortemente MACHISTSA, una società dove non è sufficiente essere uomini eterosessuali ma BISOGNA OBBLOGATORIAMENTE essere UOMINI ETEROSESSUALI, ALTI, BELLI, DI POTERE, IN GRADO DI PIEGARE E DOMINARE UNA DONNA AL PROPRIO PIACERE. Bisogna essere uomini forti, spavaldi, dominanti. Questo proprio essere, questo ruolo dominante deve essere continuamente riaffermato a gran voce. Ecco dunque l'insulto, la reificazione e il disprezzo di tutto ciò che non rientra in questo ruolo. Non parlatemi, vi scongiuro, di opinione personale e di libertà di pensiero. Ci sono cose davanti alle quali non esiste opinione ma solo cecità o capacità di vedere. Un gay non è contro natura perché è frutto della natura, è egli stesso natura, un nero idem. Ciò che è contro natura è la stupidità e l'ignoranza perché siamo stati dotati di un cervello per emanciparci e civilizzarci e non usare ciò che la natura ci ha dato significa andare contro di essa. Perché c'è così poco rispetto del tentativo di sopravvivenza e di felicità altrui? Perché questo bisogno di affermare sé, annientando l'altro? Si potrà essere i più virili, belli, maschili ed eterosessuali degli esseri ma se non si sa rispettare l'atro si è sicuramente indecenti e ridicoli. Passi pure l'assenza di una legge contro l'omofobia: dai nostri politici non ci si può aspettare più di tanto: Ma indigniamoci per la nostra insensata stupidità.

3 commenti:

  1. Ciao Claudio,

    Mi è capitato per caso il tuo blog, e per l'esattezza questo articolo. Vorrei iniziare dicendo che sono omosessuale. No, non di quelli dichiarati che riescono ad avere una vita normale, anche se con grandi difficoltà. La mia natura non la conosce nessuno. L'ambiente in cui vivo non mi permette di dichiararmi, la mia famiglia ne soffrirebbe troppo. Non mi spaventa l'abbandono, sia degli amici che dei miei cari, ma il dolore che ne seguirebbe. Mi sono fatto carico di questo peso e lo porto avanti. Le tue parole sono vere e incredibilmente toccanti. Sarebbe meraviglioso vivere in un paese libero dalle catene della sessualità, dove la parola amare non ha limiti imposti. Per me non ha importanza la tua scelta sessuale, ma se dovessi essere etero le tue parole hanno un peso rilevante, in quanto dettate da un esigenza di libertà ampia e disinteressata. Grazie Claudio e in bocca al lupo per il futuro

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    1. Ciao,
      poiché non so chi tu sia, ti risponderò come se stessi parlando ad un fratello, un amico, a me stesso. Innanzitutto voglio ringraziarti per aver voluto dare il tuo contributo su questo blog, per aver voluto parlare di una parte così importante della tua vita. Sicuramente sarai giunto qui cercando su internet informazioni sull'omosessualità. Questo non fa altro che confermare quello che penso da sempre: la condivisione è la nostra salvezza. Cercare di condividere i nostri problemi leggendo le storie degli altri ci può aiutar a risorgere, le parole sono un tentativo di felicità, gli altri la strada per la nostra salvezza. Sono sicuro che in questo momento della tua vita sentirai costantemente come un magone in gola, un blocco allo stomaco, i pensieri confusi. Imbatterci in qualcosa più grande di noi ci disorienta sempre. Posso dirti però che l'unica soluzione è di smettere di interrogarsi, smettere di vivere tutto con ansia e chiedersi se si è normali, se si è gay, se si sarà tali per sempre, se si è giusti o sbagliati. L'unica domanda che dobbiamo porci, sempre, è: cosa può rendermi felice? cosa davvero voglio? cerca di non pensare ma di agire, di vivere, di sperimentare. Ricorda che noi appartiene solo a noi stessi e a nessun altro, neanche ai nostri genitori. Quello che dobbiamo lo dobbiamo prima di tutto a noi stessi e alla meraviglia che siamo. Devi avere fiducia negli altri, nelle persone, nel mondo, nella vita, nella felicità. So quanto può essere difficile pensare d dover affrontare una vita credendo di essere soli. Infatti bisogna capire che non lo siamo. E' li la soluzione, negli altri. Dai fiducia alla tua famiglia, pensa a quanto tempo e difficoltà stai incontrando tu per accettare la tua omosessualità e dai del tempo anche ai tuoi familiari. Aiutali a capire, a confrontarsi, insegna loro a dimostrarti quell'amore che, anche qualora tu facessi coming out, sicuramente non verrebbe meno. Insegna loro a dimostratelo in ogni caso. La situazione assume una gravità insormontabile solo nella testa di chi la vive perché il mondo fuori di noi, si preoccupa davvero poco di quello che uno è o non è. L'unica cosa che ti chiedo di non fare è di fingere, ingannare te stesso o ancora peggio di voler vivere nel buio. Non hai nulla di cui vergognarti, non c'è motivo per cui tu ti debba nascondere. Così facendo offenderesti il tuo essere, la tua bellezza e priveresti il mondo della luce che la tua persona può dare. Pensala così: devi affrontare il mondo per il tuo e il suo bene. Smetti di interrogarti ossessivamente cerca una persona, ama una persona e vedrai che con l'amore tutto assumerò forme diverse. L'amore vero ti darà quella forza di dire: ok, quando giro per il mondo vengo additato come frocio, checca... ma poi quando torno a casa e incontro la mia persona dimentico tutto, come la madre che dimentica i dolori del parto quando stringe tra le braccia suo figlio. Siamo molto più forti, noi esseri umani, di quello che siamo portati a credere. dunque, ringraziandoti ancora per quello che hai scritto, ti auguro di trovare la forza di vivere alla luce del sole e di inondare il mondo della tua preziosa presenza. La vita è troppo breve per sprecarla. Sembra una frase fatta ma non lo è. Non avrebbe senso andarsene senza aver amato. Sarebbe uno spreco, una bestemmia. Qualunque dio vuole per suo figlio la felicità e la capacità di amare, non la sofferenza e il dolore. Quando t senti a terra, pensa a quanto è grande il mondo, a quanto è complesso, ricco di diversità e di particolarità. C'è di tutto nel mondo per fortuna. Guarda al di là del dolore e della paura, lancia prima la mente, poi un passo e poi tutto te stesso, afferra te stesso al di là di tutto. Vedrai che la vita, dall'altra parte, sarà meravigliosa.
      Buona fortuna

      P.S. da marzo su questo blog partirà una rubrica su tematiche lgtb diretta da un giovane giornalista. Seguici se vuoi.

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  2. Ciao Claudio,

    È trascorso più di un anno da quando ti ho scritto. Io ormai ho imparato a conoscerti, so dei tuoi libri, delle soddisfazioni che stai avendo, dei successi personali. Non sono uno stalker, sia ben chiaro, è stata semplice curiosità, e poi è stato facile, merito del tuo profilo twitter.
    Ho riflettuto molto sulla tua risposta, anche se purtroppo la mia situazione non è cambiata. Per quanto riesca ad accettare la mia natura, comunicarla ad altri è difficile, è come un muro insormontabile. Io ti ringrazio per le parole, la comprensione e anche l'affetto che mi hai dimostrato. Spero un giorno di conoscerti e di poterti parlare liberamente, come ad un fratello. Perdona se mi son preso delle libertà, immagino ti sembrerà strano che abbia deciso di trovare in te un confidente, ma come puoi capire è più facile parlare delle proprie angosce a chi non ci conosce o, come in questo caso, non conosce neanche il nostro nome.

    Grazie ancora Claudio, ti auguro tanta felicità.

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