Credo che si debba
tener ben presente che la lettura permette di capire gli altri, di conoscere se
stessi e imparare a risolvere i propri problemi. La letteratura può davvero
cambiare le cose perché riesce spesso a insegnare il vero amore, dove per amore
intendo l’A-MORS: l’antidoto alla morte. Quando leggiamo veniamo a
conoscenza di diverse modalità di esistenza, riusciamo a capire il perché
dell’agire altrui, riusciamo a somatizzare e farci carico del dolore e della
felicità degli altri. Leggere significa riscoprirsi parte integrante
dell’umanità, di un’umanità coesa e meravigliosa. Riscoprirsi miracolo.
Più leggiamo e più riusciamo a
leggere la vita, a sapere cosa vogliamo e cosa potrebbe renderci felici.
Leggere è un diritto ma soprattutto un dovere perché una persona che legge è
una ricchezza per gli altri e per il mondo. Molti dei problemi e dell’odio del
nostro mondo derivano da un’ignoranza etica e culturale.  
Bisogna agire su questo punto e far capire che leggere non
significa solo passare del buon tempo ma anche e soprattutto formarsi come
esseri pensanti, come cittadini ed esseri umani. La lettura insegna il rispetto
della dignità umana e, ripeto, insegna ad amare. 
Credo che gli operatori culturali dovrebbero darsi da fare per
promuovere la buona letteratura, quella che cerca di costruire la civiltà,
lottare per migliorare le cose, quella che cerca di spezzare tabù, schemi,
preconcetti e pregiudizi. Non bisognerebbe dare spazio solo e prevalentemente a
tutti quegli autori e quelle opere che, sulla scia del momento, acquistano
visibilità e fama rivelandosi poi vacui e insulsi, ma parlare di quegli
autori, per quanto sconosciuti, che stanno portando avanti una battaglia di
senso, una ricerca di crescita. Distaccarsi dunque dal personaggio e aiutare a
emergere lo scrittore. Mettere da parte lo scrivente e illuminare lo scrittore.
Leggere è un diritto, un atto di amore e di rispetto verso noi
stessi ma è soprattutto un dovere verso gli altri perché un uomo che legge è un
uomo che sa rispettare la dignità altrui, un uomo che legge impara ad amare la
diversità e a provar ribrezzo di qualunque presunta "normalità". Chi
legge vivrà non solo la sua vita ma anche quella degli altri e le emozioni che
potrà provare saranno migliaia, milioni in più rispetto a chi non legge, gli
anni vissuti saranno tanti da perderne il conto e l'amore dato e trovato non
sarà calcolabile. 
La lettura è un viaggio con l'intenzione di raggiungere l'altro
per capirlo, abbracciarlo, amarlo. Kavafis ce lo dice chiaramente.
Itaca
Quando ti
metterai in viaggio per Itaca 
devi augurarti
che la strada sia lunga, 
fertile in
avventure e in esperienze. 
I Lestrigoni e
i Ciclopi 
o la furia di
Nettuno non temere, 
non sarà
questo il genere di incontri 
se il pensiero
resta alto e un sentimento 
fermo guida il
tuo spirito e il tuo corpo. 
In Ciclopi e
Lestrigoni, no certo, 
nè nell’irato
Nettuno incapperai 
se non li
porti dentro 
se l’anima non
te li mette contro.
Devi augurarti
che la strada sia lunga. 
Che i mattini
d’estate siano tanti 
quando nei
porti - finalmente e con che gioia - 
toccherai
terra tu per la prima volta: 
negli empori
fenici indugia e acquista 
madreperle
coralli ebano e ambre 
tutta merce
fina, anche profumi 
penetranti d’ogni
sorta; più profumi inebrianti che puoi, 
va in molte
città egizie 
impara una
quantità di cose dai dotti.
Sempre devi
avere in mente Itaca - 
raggiungerla
sia il pensiero costante. 
Soprattutto,
non affrettare il viaggio; 
fa che duri a
lungo, per anni, e che da vecchio 
metta piede
sull’isola, tu, ricco 
dei tesori
accumulati per strada 
senza
aspettarti ricchezze da Itaca. 
Itaca ti ha
dato il bel viaggio, 
senza di lei
mai ti saresti messo 
sulla strada:
che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi
povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. 
Fatto ormai
savio, con tutta la tua esperienza addosso 
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole
significare.
 
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