venerdì 7 dicembre 2012

Massimo Cacciari: Dio viene vinto dall'amore.

"Ama il prossimo tuo": questa mattina mi sono svegliato con questa frase in testa, il pensiero rivolto all'incontro che avrei avuto in mattinata col Professor Massimo Cacciari. Grande titolo per un libro, grande frase per un comandamento, il più importante, il primo, il principale. Le attese non sono state smentite. In due ore di incontro il filosofo veneziano ha parlato dell'importanza della Bibbia come testo da studiare scientificamente. Lui, non credente, ha parlato dei "ta biblia", dei numerosi e contrastanti passi del più famoso testo sacro esistente. Durante l'incontro si è parlato di ermeneutica e di come, avvicinandosi alla Bibbia con occhio scientifico , non sia possibile parlare di verità assoluta perché ogni affermazione su tale testo si presenti come frutto di una delle infinite interpretazioni possibili. Bellissima l'osservazione secondo la quale è Dio stesso a chiedere all'uomo di interrogarlo e interpretarlo. "Chi credi ce io sia?" dice Gesù rivolgendosi all'uomo e spronandolo ad avanzare ipotesi di significato. Quel "credi" assume il sapore immenso della libertà e dell'evoluzione. Dio non è qualcosa da definire e inserire in una scatola per sempre e l'idea che noi abbiamo di lui è solo un'evoluzione interpretativa che ci porta, pur consci dell'impossibilità di raggiungere l'obiettivo, ad un continuo "approssimarsi" alla sua essenza. Eliminato ogni "ipse dixit", il professor Cacciari ritiene che sia dovere di ogni credente il presagire ciò che nel testo sacro non è scritto e non poteva essere scritto in quanto, come sosteneva Pascal, nella Torah sono state già riportate tutte le parole di tute le storie di tutti i mondi possibili (ciò che rende possibile questa affermazione è la considerazione che l'interpretazione che viene richiesta all'uomo, concorre ad ampliare i significati contenuti nel testo sacro). La Bibbia viene definita come testo di conflitti e contraddizioni tra le quali, la principale è quella tra un Dio che da una parte, col comandamento "ama il prossimo tuo come te stesso" sembra implicare inevitabilmente un amare in primis se stessi e dall'altra chiede all'uomo di rinnegare se stesso, prendere la propria croce e seguirlo. Cacciari spiega questo contrasto evidenziando come la conformità a se stessi e l'amore verso se stessi trovino limite nell'egoismo. Bisogna intendersi su cosa significhi amore, dice il professore, perché è vero sì che bisogna amarsi ma è pur vero che l'amore arido ed egoistico verso se stessi viene escluso da Dio laddove viene detto all'uomo di odiare la propria psiche. Altra osservazione significativa è stata quella relativa al peccato originale che per il filosofo è il più sbagliato dei miti in quanto contrastante col principio del libero arbitrio. Insomma, Dio non può aver fatto liberi il primo uomo e la prima donna e al contempo averli rinchiusi in un giardino con dei limiti di azione (non mangiare il frutto dell'albero) poiché libertà e limite sono in insanabile antitesi. Conclusione meravigliosa è stata la frase pronunciata da Cacciari per introdurre il concetto della misericordia infinita di Dio. "Dio viene vinto dall'amore per l'uomo". Meraviglioso. L'idea di un Dio che nonostante tutto, nonostante il diluvio universale e nonostante il continuo tradimento del suo popolo, non trova il coraggio di sterminarlo. Perché l'amore vince su tutto e su tutti. L'amore rende incompatibile Dio con qualunque forma di odio e male verso l'uomo e rende peccato l'odio dell'uomo verso l'altro uomo. Speriamo che anche l'uomo stesso venga vinto da questo amore.

1 commento: