lunedì 25 giugno 2018

"Il diritto di morire" - libro dialogo tra Claudio Volpe e Dacia Maraini




Ne “Il diritto di morire” (SEM) Claudio Volpe, giovane scrittore e giurista, dialoga con una delle più note e apprezzate intellettuali italiane nel mondo, Dacia Maraini, sull’attuale e complesso tema del fine vita. Passando attraverso un confronto sulle questioni dell’eutanasia, del suicidio assistito, del testamento biologico, dell’accanimento terapeutico, questo testo cerca di comprendere se esista o se sia comunque meritevole di riconoscimento un “diritto di morire”, intendendo per esso il diritto ad autodeterminarsi nelle scelte relative ai trattamenti medici cui sottoporsi e soprattutto alla possibilità di decidere di porre fine alla propria vita anticipatamente allorquando la malattia e il patimento siano tali da privare una persona della propria dignità. “Diritto di morire” dunque come antitesi a un presunto ma oggi sempre più pressante “dovere di vivere” che finisce spesso per dimenticarsi della sacralità della vita umana e della reale consistenza della sua dignità. Dalle parole di Volpe e Maraini emergono riflessioni profonde ad ampio raggio: dalla concezione che la società presente ha della morte fino al dogma scientifico della curabilità di qualunque malattia e, dunque, dell’immortalità; dalla recente legge sul testamento biologico, alle soluzioni adottate da paesi come la Svizzera che già da settanta anni riconoscono la pratica legale dell’eutanasia; dal racconto della propria personale e intima visione della morte fino alla narrazione dei casi di cronaca più attuali come quello di Dj Fabo, che è dovuto fuggire in Svizzera per morire in un esilio forzato e della scrittrice francese Michèle Causse, la quale pur non essendo malata ma essendosi stancata di vivere decide all’età di settantaquattro anni di recarsi a Zurigo per praticare il suicidio assistito. 





Passando attraverso il mondo giuridico-normativo, quello delle testimonianze dirette, quello della letteratura e perfino della mitologia greca, “Il diritto di morire”, con parole semplici e immediate e con un tono razionale e delicato, cerca di condurre i suoi lettori lungo una riflessione senza pregiudizi e al di fuori di ogni luogo comune sulla libertà dell’uomo anche negli ultimi istanti della propria esistenza. Il rapporto di amicizia che ormai da molti anni lega i due autori rende il dialogo uno scambio intimo e profondo dove due attenti osservatori della realtà raccontano la direzione che verso la quale si sta avviando la nostra società finendo, allo stesso tempo, per raccontare se stessi.

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