SOTTO UN ALTRO CIELO
(Laurana)
Che si tratti
dei profughi in fuga dall’Africa o di uomini, donne e bambini scappati dal
Medio Oriente, ciò che resta a chi fugge e a chi accoglie è un profondo senso
di smarrimento e di dolore. Al di là di ogni ipocrisia, accogliere lo
straniero, colui che è altro da noi e dalla nostra cultura, non è mai facile;
anzi è difficilissimo. Ma allo stesso modo, terribilmente difficile è fuggire
dalla propria terra abbandonando tutto, beni, madri, padri, figli, compagni per
gettarsi nella disperata salvezza da guerra e disperazione. In questo libro,
piccolo ma prezioso, alcuni dei più rappresentativi narratori italiani, che ho
avuto la fortuna di incontrare nel mio percorso di vita e di scrittura, hanno
deciso di schierarsi apertamente a favore di una società aperta all’accoglienza
e al rispetto e hanno deciso di farlo con lo strumento che gli è proprio: la
scrittura. Ne è venuta fuori una raccolta di racconti che ha la pretesa di
restituire allo scrittore il suo compito primigenio: dare voce a chi voce non
può avere e costruire, mediante lo strumento salvifico che solo le parole
possono rappresentare, un percorso di riflessione, dialogo e speranza. Un mondo
in cui ogni storia, anche la più tragica, possa poi trovare un lieto fine. È
forse questa la prima volta che in modo sistematico alcuni narratori italiani
decidono di avviare un progetto letterario collettivo con l’obiettivo preciso
di dichiarare guerra a tutti coloro che ad ogni livello si adoperano
quotidianamente per rendere l’Italia un paese impaurito e non ospitale. Un
libro, dunque, che è solo lo spunto per sollevare un dibattito a livello nazionale
grazie all’impegno di scrittori che vogliono tornare a essere operai della
scrittura alla luce della consapevolezza che è solo la nostra capacità di
solidarizzare col prossimo a renderci umani.
Qualcuno dagli scogli tira una corda lunga dieci metri: è quella la distanza tra la vita e la morte.
Da questa consapevolezza sono partito. Quando l’anno
scorso mi venne l’idea di realizzare un libro che parlasse di immigrazione il
mondo sembrava essere già in procinto di franare. Le notizie che ogni giorno mi
giungevano annunciando l’ennesima emorragia senza fine di profughi morti in
mare nel tentativo disperato di giungere in Italia o gli orrori perpetrati
dall’ISIS in danno dell’umanità alimentavano in me un dolore profondo che a sua
volta veniva accresciuto dalle tante voci di odio, xenofobia e razzismo che si
levavano nei programmi televisivi, nei dibattiti politici o nei dialoghi tra
persone comuni. Decisi così che non potevo più starmene con le mani in mano ad
attendere che il mio paese divenisse il covo di politici scellerati dediti allo
sciacallaggio e alla speculazione sulla morte di persone innocenti, colpevoli
solo di aver cercato la sopravvivenza. Compresi che ognuno di noi aveva il
diritto di raccontare e ascoltare una storia diversa. Ebbi chiaro fin da subito
che l’unico strumento a mia disposizione era la scrittura così come mi fu ben
chiaro che la realizzazione del progetto che avevo in mente avrebbe richiesto
un’energia condivisa. Parlai dell’idea di scrivere un libro di racconti sul
tema dell’immigrazione a Dacia Maraini in un giorno d’estate, durante un pranzo
insieme in montagna e ne ebbi in risposta un supporto pieno di entusiasmo.
Eravamo già in due a credere in questo libro e da questo momento nessuno ci
avrebbe potuto fermare. L’incontro con Gianfranco Di Fiore diede nuova linfa a
questo progetto che poi grazie a Lillo Garlisi e a Laurana editore sarebbe
divenuto realtà. Passai i mesi successivi a discuterne con amici e colleghi
scrittori perché avevo intenzione di coinvolgere autori certamente molto validi
ma che al contempo avessero una sensibilità molto affine alla mia, scrittori
che condividessero le mie stesse battaglie di civiltà e per i quali la
scrittura fosse davvero una ragione di vita. Un anno dopo, eccoci qui con
questo libro e con le sue storie di vita, dolore e amore. Eccoci qui a
raccontare una storia diversa. Dacia Maraini, Francesca Pansa, Renato Minore,
Gianfranco Di Fiore, Paolo Di Paolo, Michela Marzano, Simone Gambacorta,
Pierfrancesco Majorino, Giampiero Rossi: dal più profondo del cuore il mio
ringraziamento ad ognuno di voi.
(Da "Donne di ferro", racconto dell'antologia)
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