martedì 15 ottobre 2013

"Sei come sei" (Einaudi) , nuovo e intenso romanzo di Melania Mazzucco


Ci sono libri che sono come una dialisi esistenziale: ti purificano il sangue e ti rimettono al mondo. Ti prosciugano sottraendoti l'anima, rubandoti a te stesso e poi ti restituiscono tutto. Melania Mazzucco fa sempre questo con me: mi prende, intrappolandomi nella sua rete di parole, mi fa vagare attraverso una quotidianità reale eppure così magica e pregna di significato e poi mi riconduce in me stesso, diverso, più ricco, più consapevole. La Mazzucco ha la capacità encomiabile e salvifica per il lettore di saper sviscerare l'animo umano, il mondo nel suo poliedrico atteggiarsi e le interazioni tra corpo e spirito, vita e realtà, essere umano e umanità nel suo complesso. Mentre leggi i suoi romanzi tu non stai solo leggendo ma stai viaggiando cavalcando parole che sembrano diamanti lucenti per quanto combaciano in modo perfetto. Leggi romanzi come "Vita" ( cui come dissi un giorno parlando con la stessa Melania, devo la scintilla che mi spinse ad intraprendere l'attività di scrittore) , "Un giorno perfetto", "Limbo", "Sei come sei" e ti chiedi come sia possibile che delle parole, insieme di segni cui la nostra anima ha dato un significato convenzionale, siano in grado di sfondarti le porte del cuore, farti tremare il sangue e danzare i pensieri. Ti chiedi da dove provenga tanta bellezza, se sia umana, addirittura se sia giusta in un mondo bucato che perde acqua da tutte le parti. Ti chiedi se tu stesso meriti tanta bellezza. E ti rispondi di sì. Sì che è umana, sì che è giusta, sì che meriti di vivere attraverso un romanzo. Perché la bellezza, qualunque essa sia, è di per sé un valore ma la bellezza della letteratura può addirittura salvare il mondo. "Sei come sei", ultimo romanzo dell'autrice non fa altro che confermare il talento indiscusso della Mazzucco. È la storia di Eva, undicenne alle prese con una vita che non le ha mai fatto sconti fin dalla nascita, e dei suoi due padri. Sì, è la storia di due omosessuali, due uomini che si amano e decidono di avere un bambino rivolgendosi ad agenzie specializzate. Ma questo passaggio si scoprirà solo col tempo e , forse, sarà solo un dettaglio di una più grande e ricca storia d'amore che commuove e scardina ogni certezza. Non c'è nulla di esasperato nella narrazione di un amore omosessuale, nulla di ostentato, il dolore si intravede ma è stato già superato dall'amore di Christian e Giose, di esso resta solo il ricordo che rende più umani aperti alla complessità della vita. L'autrice non si mette a descrivere i tumulti interiori di due uomini omosessuali ma si pone oltre, in una dimensione dove l'omosessualità non è più vista come un dramma che rovina la vita di chi è gay ma come un dato di fatto, una dimensione dell'essere. Il focolare domestico è sempre lo stesso e che ci siano una figlia e due padri poco importa perché l'amore, quello vero che genera pur senza concepire travolge tutto e azzera ogni obiezione o finto moralismo. Mentre leggi "Sei come sei" ti viene quasi voglia di ringraziare qualcuno, qualcosa, dio forse, o forse la Musa della poesia perché ti rendi conto, avendone la prova davanti gli occhi, che la scrittura non è morta e con essa anche  il ruolo degli scrittori come costruttori di civiltà. Scrittori che non si mettono a scrivere per compiacere, sollazzarsi nei salotti televisivi o vendere milioni di copie per aggiustarsi la vita e vivere felici e contenti ma che scrivono perché non possono farne a meno, come una terra che deve rompersi, creparsi, esplodere ed eruttare lava, perché sanno che quell'eruzione è urgenza di vivere e di costruire. 

"I figli non appartengono a chi li mette al mondo, non sono un'appendice dei genitori, sono individui. E se uno non può scegliersi i genitori, può scegliersi i maestri. Non è l'uguaglianza la cosa che conta nella vita, ma il suo contrario. È ciò che ci rende diversi da gli altri che può salvarci. Ognuno deve trovare il suo destino." 

Pensieri? Poesia? Filosofia? Sarà il tempo a deciderlo e questo non sarà un problema perché Melania Mazzucco resterà nella storia della letteratura. E nel futuro. Perché è lì che abitano le anime irrequiete. È lì che abita la bellezza che salverà il mondo. 

lunedì 14 ottobre 2013

"Marina Bellezza" di Slvia Avallne





L'ultimo romanzo di Silvia Avallone ha il sapore e l'odore di qualcosa di caldo e familiare. Nonostante i due protagonisti, Andrea e Marina, abbiano alle loro spalle delle famiglie sgangherate, assenti, distratte e nonostante tutta la vicenda sia nient'altro che la descrizione di come ognuno di noi cerchi di superare il vuoto e la solitudine per costruire qualcosa di importante che renda chi amiamo, e in primis i nostri genitori, orgogliosi di noi, "Marina Bellezza, è un inno ai legami familiari, all'attaccamento alla propria terra, alle proprie origini e ad un destino che sembra finire in un vicolo cieco, un destino assurdo che nessuno accetterebbe, proprio come quello che Andrea vuole abbracciare prendendo a fare il margaro, ma che in una società afflitta da una crisi economica e prima ancora di ideali e di valori, diventa quanto di più credibile e poetico si possa immaginare. Accanto ad Andrea e al suo sogno controtendenza c'è Marina, Marina Bellezza che vuole divenire una star nazionale della musica per conquistare il mondo, vittima di quella "fame" di mondo e di vita che domina incontrastata in ogni pagina del romanzo. Marina vuole conquistare la vetta del mondo, una vetta da dove poter dire "ce l'ho fatta, ho vinto anche se da sola, anche con una madre alcolizzata e un padre assente; ho combattuto anche per loro e ho vinto".  Una storia, questa, di ricerca di sé e del proprio posto nel mondo attenta e profonda che viene sostenuta da un linguaggio fluido e scorrevole che narra pacatamente e dipinge immagini vive negli occhi del lettore. 
Punto indiscusso di forza della scrittura di Silvia Avallone sono le descrizioni dei paesaggi che, si percepisce perfettamente, sono ben conosciuti e vissuti in prima persona dall'autrice stessa.
"Il mattino risaliva lentamente la pianura, rischiarava prima il capoluogo a fondovalle, poi le curve della SP 100 a strapiombo al torrente Cervo. La logora ossatura dei lanifici, spenti da decenni, correva lungo gli argini per chilometri e chilometri, fino a diroccare nei boschi. Quasi niente era rimasto"
Descrizioni come questa scolpiscono sulla carta immagini che assumono tridimensionalità e avvolgono il lettore catapultando lo in un contesto reale di oggetti, luoghi e personaggi che pulsano e respirano. L'inchiostro delle parole stampate insomma, in"Marina bellezza" , cede il passo alla carne e ai sentimenti. 

martedì 1 ottobre 2013

Ho visto una prostituta che leggeva

La lettura può salvare, accogliere nelle proprie mani calde di vita e sorreggere: l'ho sempre pensato. Se non altro perché leggere ti fa sentire meno solo, ti catapulta nella ricchezza del mondo, nella complessità delle cose e ti mostra, pagina dopo pagina, parola dopo parola, che dolore, felicità, paura non sono mai fine a se stessi ma possono rappresentare un percorso, una scala che può condurti altrove, nel mondo delle idee dove si può combatte senza ferire e dove ogni volta che si è riusciti a vivere attraverso gli occhi, il sangue e la carne di un altro essere umano anche infinitamente diverso da te, si é riusciti anche a percepire tutta insieme la bellezza dell'esistenza. Ieri pomeriggio ero di ritorno da Roma quando all'improvviso vedo, sul ciglio di una strada costellata di alti pini una prostituta, una ragazza bionda tanto giovane quanto bella. Seduta su una sedia di plastica bianca, una di quelle che si usano per il mare, attendeva probabilmente qualche possibile cliente. E intanto leggeva. Sì, aveva un libro tra le mani poggiato sulle gambe nude e accavallate e leggeva. Questa immagine mi ha ferito come una stonatura in un pezzo di musica classica. Non è stato tanto il fatto che preconcetti e stereotipi possano far apparire strano o assurdo che una prostituta legga ma la tristezza di una vita che non credo, non riesco a credere, sia davvero frutto di una scelta. Insomma: chi mai si prostituirebbe sul ciglio di una strada qualora avesse la possibilità di scegliere, di avere qualche alternativa che squarci il buio senza fine di una vita che appare incurabile e di fare sì sesso, magari anche ogni giorno, ma con la persona amata? Spesso siamo in grado di lanciare messaggi senza parlare, di chiedere aiuto senza proferir parola e di rivolgerci alla vita, quasi pregandola di darci un futuro migliore, con un semplice gesto: leggere un libro. Leggere un libro per strapparsi alla propria vita e condurci in un mondo parallelo dove magari Emma Bovary cerca di vivere appieno contro ogni falso moralismo oppure dove Mattia Pascal riflette sula propria identità invisibile. Ecco, in questo credo: che dovremmo avere tutti la possibilità di scegliere, la possibilità di sperare che il futuro sia migliore, che nessuno più debba caricarci nella sua auto, condurci chissà dove ed entraci dentro, profanare la nostra anima, divellere la nostra dignità. Credo che i libri e gli scrittori debbano farsi carico di questo compito e percepire, nell'atto del loro scrivere, una grande responsabilità consapevoli del fatto che, probabilmente, in qualche parte del mondo, qualcuno starà cercando di sollevare la propria esistenza dalla melma bastarda e densa del dolore proprio a partire dalle nostre parole. È una missione, un dovere forse. Certamente è l'unico modo che io, anima fragile che prova a divenire scrittore, conosco per non abbandonare nessuno al suo destino. L'unico modo per tendere all'altro la mano. Quella stessa mano che passa ore immaginifiche a scrivere come se scrivere potesse cambiare il mondo.